FSItaliane-convegnoViadellaseta-Roma-2017-02-22-fotoFSItaliane_0441_tuttoTRENO_wwwduegieditriceitRoma, 26 febbraio 2017 Roma, 28 febbraio 2017 – Si è svolto il 23 febbraio scorso, nella cornice di Palazzo Giustiniani, un incontro promosso dalla Rivista di Geopolitica “Limes” (Direttore Prof. Caracciolo) con l’obiettivo di allargare la visione sulla Cina nel mondo. Hanno partecipato i vertici di FS, Gentile (AD RFI), Garganico (AD Italferr), nonché Virano (DG Telt) e Costa (Autorità portuale di Venezia).
Il Presidente del Senato Grasso ha introdotto i lavori evidenziando l’importanza del c.d. “One Belt”, asse finanziato dal mercato cinese per 40 miliardi di dollari, e nel quale si inseriscono i recenti investimenti italiani per l’alta velocità beograd-budapest e nel porto del Pireo. Ha anche sottolineato l’importanza di individuare un porto trainante per i traffici italiani ed auspicando che la politica sappia, risolvendo le proprie incertezze attuali, traguardare queste opportunità.FSItaliane-convegnoViadellaseta-Roma-2017-02-22-fotoFSItaliane_0369_tuttoTRENO_wwwduegieditriceit
L’ing. Gentile ha tracciato il ruolo del Gruppo FS in un settore, quello tra Europa e Cina, dove risiede il 50% della popolazione ed è presente il 40% del PIL mondiale e nel quale si possono individuare due corridoi per l’Italia che permetteranno, con alcuni investimenti sulle infrastrutture terrestri, di poter garantire collegamenti diretti fino a 10.000 teu/anno. Il tema è quello di operare una ricucitura simmetrica tra porti e ferrovie nel quale il gruppo FS prevede di contribuire raggiungendo entro il 2026 circa 3.400 km di reti merci TEN adeguate ed ovviamente andando ad intercettare lo sviluppo di infrastrutture e traffici anche sui mercati internazionali, accanto ad altri campioni nazionali europei già attivi come global player.FSItaliane-convegnoViadellaseta-Roma-2017-02-22-fotoFSItaliane_0410_tuttoTRENO_wwwduegieditriceit
Il Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Costa ha posto in luce come accanto al mainstream rappresentato dalle grandi navi portacontainer occorre anche il softpower per catturare anche il valore degli scambi intra asia. In tale ambito il porto costituisce una realtà importante se è in grado di minimizzare il costo dell’ intera categoria logistica.
In ambito adriatico i porti come Venezia e Trieste possono essere efficienti solo se fanno squadra intuendo che tale posizionamento è unico perché permette di servire sia gli stati europei che eccedono in esportazioni verso est che quelli orientati al mercato domestico, bilanciando ottimamente le due diverse dinamiche. In tale ottica è necessario sviluppare i traffici interni come sta facendo Venezia con il progetto Voops (un progetto di sviluppo retroportuale di 2.000 ettari per promuovere traffici fino a 3 milioni di teu/anno).FSItaliane-convegnoViadellaseta-Roma-2017-02-22-fotoFSItaliane_0431_tuttoTRENO_wwwduegieditriceit
L’architetto Virano ha ribadito la forte appetibilità delle realtà intermedie interessate dai collegamenti terrestri tra Italia e Cina ricordando non solo i recenti collegamenti ferroviari diretti avviati da imprese sin dal 2014 con la relazione Kirun-Madrid nonché le 100 movimentazioni giornaliere gestite da Hupac ma anche il ruolo centrale di alcuni nodi di scambio intermedi (es. Kunming o l’area “Cpec”).
L’ing. Garganico di Italferr ha posto in luce che l’Italia è uno dei primi sette Paesi al mondo per l’alta velocità ed il know how italiano è molto richiesto all’estero: attualmente la società partecipa a progetti di interoperabilità sia in Iran (secondo nel settore dopo i cinesi) ma anche lungo importanti infrastrutture sulla via della seta.
In conclusione, grazie al dibattito promosso da Limes, è emerso come, nell’attuale configurazione geopolitica dei traffici tra Italia e Cina ed accanto alla circolazione principale, rappresentata dai collegamenti marittimi via Suez, via sia spazio per la “linfa” dei collegamenti ferroviari, servendo con molto profitto le destinazioni intermedie.
Per poter eccellere è però necessaria una visione di sistema in grado di colmare l’ultimo miglio nell’ambito del gioco di squadra avviato da FS sullo scacchiere mondiale, evitando il “basso cabotaggio” nella rivalità interna dei singoli porti ovvero tra singole realtà manifatturiere anche attraverso una politica economica di sostegno.
In questo senso la via della seta dall’Italia verso la Cina, se alimentata anche col ferro, può diventare un’ottima alternativa al mancato sviluppo dei nuovi accordi internazionali USA-Europa. A cura di Luigi D’Ottavi