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Reggio Emilia, 21 gennaio 2022 – Primo treno elettrico sui 27 chilometri della Reggio Emilia–Ciano d’Enza. L’evento, domenica 23 gennaio, aprirà la fase di testing della ferrovia, elettrificata ad opera di GCF, e segnerà, soprattutto, il primo, tangibile spartiacque della “transizione ecologica”, uno dei tre assi su cui la Regione Emilia Romagna ha fondato il suo poderoso Piano per la sostenibilità della rete ferroviaria.
“È un momento importante, sia per il gestore FER, sia per GCF – commenta Filippo Sasso, project manager della Generale Costruzioni Ferroviarie – in quanto rappresenta una tappa concreta di un Piano in cui la Regione Emilia ha creduto e crede fortemente e per la realizzazione del quale ci stiamo impegnando a fondo da mesi”.

Il Piano dell’Emilia per la sostenibilità delle ferrovie
Mobilità sostenibile è la parola chiave che guida l’azione regionale. Prima, grazie alla “cura del ferro”, con il rinnovamento integrale, in due anni, della flotta di treni: l’Emilia ha conquistato il podio di Regione con il parco rotabile più giovane d’Europa. Poi con un Piano ferroviario regionale – 325 milioni in quattro anni -  che ha messo mano all’infrastruttura al fine di rendere il trasporto ferroviario più sicuro, moderno, competitivo e alternativo al mezzo privato, a tutto vantaggio dell’ambiente.
“Se vogliamo contrastare gli effetti del cambiamento climatico – aveva sottolineato il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la scorsa primavera annunciando il Piano ai Media – abbiamo bisogno di rendere più adeguate e sicure le infrastrutture ferroviarie. Per questo stiamo investendo: per promuovere sempre più l’uso del mezzo collettivo per i nostri viaggi quotidiani, che siano per il lavoro, lo studio o il tempo libero”.
Il ventaglio degli stanziamenti previsti dal Piano si dispiega su tre assi: la sicurezza, con 118,5 milioni per dotare la rete regionale del sistema controllo marcia treno (SCMT) e provvedere alla soppressione dei troppi passaggi a livello; la ricucitura urbana, con 124,7 milioni che a Bologna e Ferrara, consentiranno di procedere all’interramento delle tratte urbane delle linee ferroviarie. Infine la transizione ecologica che, con 81 milioni di stanziamento, prevede l’elettrificazione delle linee regionali con priorità per le tre reggiane: la Reggio Emilia–Ciano, la Reggio Emilia–Guastalla e la Reggio Emilia–Sassuolo.
“I lavori di elettrificazione – ragguaglia Filippo Sasso – procedono alacremente. Conclusa l’elettrificazione della Reggio–Ciano (27 km di linea a binario unico attrezzata con 800 pali dotati di mensole in alluminio di tipo Omnia), stiamo procedendo con la tesatura dei circa 30 chilometri della Reggio Emilia Guastalla, completa ormai fino a Bagnolo, e prevediamo di consegnare entro l’estate la Reggio-Sassuolo, 23 km di linea già provvista di sostegni e sulla quale abbiamo già completato l’attrezzaggio con mensole Omnia”
Tra le opere in corso di ultimazione anche una cabina TE e due sottostazioni elettriche, tutte dotate di moderni sistemi di diagnostica SCADA. Mentre la Reggio-Ciano sarà alimentata “a sbalzo”, le altre due linee reggiane avranno, infatti, una doppia alimentazione assicurata, a Reggio Emilia, da una nuova cabina TE a servizio di ciascuna tratta oltre che, a Dinazzano (per la Reggio-Sassuolo) e a Guastalla da una sottostazione elettrica.

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I benefici attesi della Transizione ecologica
“L’elettrificazione delle linee ferroviarie – spiega Fabrizio Maccari, ingegnere FER, Responsabile Area Tecnica – comporterà come primo risultato il concretizzarsi dell’interoperabilità completa, anche a livello di trazione, tra la rete regionale e quella nazionale. Inoltre, sempre per quanto concerne il Servizio Trasporto Pubblico Locale Ferroviario regionale, indubbi benefici deriveranno dall’impiego di treni elettrici che sono maggiormente performanti in termini di comfort a bordo e ripresa, peculiarità particolarmente apprezzabile su linee caratterizzate da un’alta densità di stazioni e fermate”.
Oltre al miglioramento dei tempi di percorrenza, della qualità del servizio e all’incremento dei passeggeri – il numero dei fruitori del trasporto regionale (circa 45 milioni l’anno) è già in costante crescita, segno del gradimento che un trasporto ferroviario efficiente incontra anche su scala locale – dall’elettrificazione ferroviaria ci si attendono, inoltre, consistenti ricadute ambientali sia in termini di drastiche riduzioni di emissioni inquinanti da parte dei treni elettrici, sia per quanto concerne l’inquinamento acustico; in particolare, la rumorosità prodotta dai treni elettrici in fase di corsa del treno come di manovra a bassa velocità è, a confronto con le emissioni sonore delle motrici diesel, praticamente irrilevante.

Nel prossimo futuro
Molte le attese, dunque, e molti i risultati che, presto, saranno tangibili e sperimentabili lungo i circa 80 km delle tre linee prioritarie del Reggiano. Ma la transizione ecologica non si ferma qui. Aggiudicato a GCF nel mese di settembre, sta prendendo corpo anche il nuovo “Accordo quadro” per l’elettrificazione degli ulteriori 80 chilometri circa della linea Parma–Poggio Rusco.
“Siamo pronti – conferma Filippo Sasso – per avviare i lavori a metà marzo. Inizieremo con la tratta centrale, la Guastalla–Suzzara, con il getto dei blocchi di fondazione e la posa dei pali, cui darà seguito l’attrezzaggio e la tesatura. Contiamo poi di avviare in contemporanea, a maggio, la lavorazione delle altre due tratte, la Parma–Guastalla e la Suzzara–Poggio Rusco”. La conclusione dei lavori, che prevedono la realizzazione anche di ulteriori due Cabine TE e due sottostazioni, è prevista per la fine del 2023.

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