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Milano, 20 febbraio 2020 – Pasta e bottiglie di vino rosso sono in viaggio dall’Italia lungo la Nuova Via della Seta, non per nave e neppure nella pancia di un aereo cargo, bensì in container sui carri merci di un treno eurasiatico. Già millenni fa i cinesi facevano una sorta di spaghetti. Alla fine del Duecento Marco Polo portò dalla Cina delle ricette per la pasta, ma già da molto tempo prima anche in Sicilia si producevano i fili a base di farina che avrebbero poi fatto dell’Italia il paese con il più alto consumo di pasta al mondo. L’italiano medio mangia ancora 25 chili di pasta all’anno, ma il consumo diminuisce di anno in anno.
Ecco che sulla linea ferroviaria a scartamento 1.520 millimetri si incontrano due tendenze: da un lato i produttori di pasta italiani cercano nuovi mercati in cui esportare, dato che sul mercato nazionale i consumi e il fatturato sono in calo. E non vogliono crescere solo sui mercati europei, ma anche in paesi lontani quali Cina, India, Russia e Brasile. Dall’altro lato i cinesi sono affascinati da generi alimentari provenienti dall’Europa che per loro sono sinonimo di lusso, come appunto la pasta italiana.
La situazione è simile per il vino del colore che in Cina simboleggia la fortuna: il rosso. Anche se in base alle statistiche il consumo pro capite in Cina è ancora molto basso, ossia un litro e mezzo l’anno, il mercato cinese, con 1,3 miliardi di persone e quasi 1,9 miliardi di bottiglie, è il primo al mondo per il consumo di vino rosso. In Cina il vino va di moda. Chi beve vino appartiene al ceto medio-alto, vive nelle moderne metropoli, ha girato molto e guarda all’occidente. Così il vino è diventato uno status symbol. E come la pasta anche gli eccellenti vini italiani viaggiano sempre più di frequente in container sulle linee ferroviarie della Nuova Via della Seta.
Sta diventando sempre più normale trasportare su rotaia merci destinate alla Cina. Ancora solo cinque anni fa l’arrivo in Europa di un treno di container proveniente direttamente dalla Cina orientale, dopo aver percorso i 13.000 chilometri di tratta in 21 giorni, era un evento da festeggiare. Oggigiorno gli addetti alla logistica optano sempre più spesso per la rotaia.
Hanno buoni motivi per farlo: il nolo marittimo è sì meno costoso rispetto a quello ferroviario, ma la merce è in viaggio per settimane, a volte addirittura per mesi. Invece i tempi di percorrenza dei trasporti ferroviari continuano a ridursi. Al contempo il numero dei convogli giornalieri aumenta in continuazione. Inoltre si possono calcolare meglio i costi, in quanto i prezzi sono trasparenti e stabili. Anche l’orario di arrivo può essere meglio pianificato rispetto i trasporti marittimi. In confronto al cargo aereo i trasporti su rotaia sono ovviamente molto meno costosi, il che è ancora più evidente con l’aumento dei prezzi del petrolio.
Questo andamento va interpretato anche alla luce dei recenti dati del settore cargo aereo. Il volume delle merci del traffico cargo aereo è in generale in calo. Secondo Ralph Beisel, amministratore delegato dell’Associazione degli aeroporti tedeschi (ADV), ciò dipende dall’indebolimento congiunturale a livello mondiale. Oltre alla mancanza di impulsi economici si manifestano altri effetti frenanti, quali perduranti conflitti commerciali, barriere e sanzioni.
Alexey Grom, che come capo dei treni eurasiatici di container di UTLC ERA è responsabile del trasporto della pasta e dei vini rossi, ma anche di veicoli, pezzi di ricambio, impianti, macchinari e così via, si compiace dell’aumento della domanda. La United Transport and Logistics Company – Eurasian Rail Alliance, una società russo-kazaka-bielorussa, consolida sempre più la propria leadership nei trasporti Europa-Cina-Europa. Il differente scartamento – 1.520 millimetri sulla tratta orientale ex-sovietica, 1.435 su quella europea e quella cinese – non è più rilevante per i clienti: prenotano semplicemente il trasporto completo e non devono preoccuparsi dei dettagli, come ad esempio quante volte devono essere trasbordati i container.
UTLC ERA trasporta sulla ferrovia a scartamento 1.520 millimetri già oltre il 70 per cento delle merci in transito tra la Cina e l’Europa. Per la tratta di 5.430 chilometri UTLC ERA impiega ormai solo tra i cinque giorni e mezzo e i sei giorni. Il volume delle merci trasportate dal fornitore di servizi di container fa registrare di anno in anno un forte incremento. Sulla scorta di un nuovo indice relativo al costo delle tratte il presidente di UTLC ERA, Alexey Grom, dimostra che i prezzi dei trasporti ferroviari si avvicinano sempre più a quelli dei trasporti per nave. Anche le operazioni alle frontiere intermedie sono più efficienti: “Il disbrigo delle formalità alla frontiera tra la Cina e il Kazakistan è ad esempio molto più rapido che non al porto di Shanghai”, sottolinea Grom. Così i cinesi ricevono più in fretta non solo le automobili tedesche, ma anche la pasta e i vini rossi italiani. Da comunicato UTLC ERA

 

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