Quando il treno fa cultura
La stagione 2013 è stata caratterizzata da due importanti eventi che, grazie all’ottima rispondenza del pubblico, hanno ampiamente confermato l’attrattiva culturale del nostro patrimonio ferroviario.
Nella fine settimana del 23/24 marzo il deposito locomotive di Milano Smistamento ha riaperto le porte al pubblico per la terza occasione e sempre in grande stile. Per interessamento del Fondo Ambiente Italiano questo impianto è stato inserito fra i 700 siti aperti al pubblico eccezionalmente in tutta Italia per la “XXI Giornata FAI di Primavera”, scelti fra luoghi storici e di grande valore sociale normalmente non accessibili. Davvero grande l’affluenza dei visitatori nonostante la pioggia battente prevalente nelle due giornate, soprattutto al Nord. Il deposito ferroviario è stato il sito più visitato, con quasi diecimila presenze registrate, assieme ai sotterranei del Baluardo di San Colombano, all’interno della cinta muraria della città di Lucca. Da sottolineare il buon numero di visitatori giunti dall’estero, soprattutto appassionati del settore, a celebrare un evento ferroviario italiano veramente al pari delle numerose iniziative specializzate di oltre confine. Un risultato ampiamente superiore alle prerogative iniziali quindi, soprattutto in considerazione delle pessime previsioni meteorologiche purtroppo azzeccate e che ha ampiamente ripagato il lungo sforzo preparatorio degli organizzatori insieme al FAI. Innanzitutto le Ferrovie dello Stato Italiane per la regia operativa dell’evento, Trenitalia Cargo, padrone di casa dell’impianto e l’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento – ARSMS, presenza di casa impegnata da anni nel restauro dei rotabili storici (ultima realizzazione la ricoloritura in livrea d’origine della locomotiva elettrica E656 001) e nell’organizzazione di questi eventi, fin dalla prima edizione del 2006. Molto significative le cifre dell’esposizione, con i mezzi del Parco Storico di Trenitalia a farla da padrone nella cornice dei numerosi rotabili abitualmente presenti nell’impianto, ripercorrendo tutte le tappe evolutive del trasporto su rotaia: 3 locomotive Diesel, 21 locomotive elettriche, 7 mezzi leggeri fra Diesel ed elettrici e 19 veicoli rimorchiati fra vetture, carri merci e di servizio. Ben 6 le locomotive a vapore in pressione, fra cui due ospiti ragguardevoli: l’imponente BR 50 3673 ex-DR (Ferrovie della Germania Orientale), ora curata dall’Associazione Verbano Express (AVE), per la prima volta sui binari italiani oltre il confine di Luino e la più antica d’Italia, la piccola 200-05 di Le Nord costruita nel 1883 dalla S.A. de Marcinelle & Cuillet. Quest’ultima insieme alle locomotive di FS Italiane ha svolto le corsette organizzate per il pubblico all’interno dell’impianto. A chiusura dell’evento, nel pomeriggio di domenica 24 la locomotiva 685 196 partiva verso la sua nuova sede di assegnazione di Verona S.Lucia, alla testa di un treno storico che, sul filo dei 90 km/h, ha riproposto un amarcord di atmosfere e sensazioni della trazione a vapore ordinaria su questa importante arteria padana. Vai alla fotogalleria
Non ancora spentasi l’eco di Milano, ad un mese giusto di distanza, è il deposito di Torino Smistamento a riaccendere i riflettori sul mondo delle ferrovie. In occasione della Festa della Liberazione, molto sentita dai ferrovieri torinesi, questo grande impianto ferroviario ha riaperto i battenti al pubblico come per il centenario dell’8 e 9 ottobre 2011. Organizzata dalla Direzione Trasporto Regionale del Piemonte con il fondamentale apporto della Holding e dello staff della costituenda Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, la giornata a Porte Aperte del 25 aprile, nonostante i tempi brevi a disposizione per l’organizzazione e la conseguente ridotta promozione, ha conosciuto uno straordinario e insperato successo di pubblico. Complice la splendida giornata primaverile, oltre cinquemila visitatori sono affluiti nelle nove ore di apertura (prolungata rispetto all’orario prefissato), rimanendo anche in coda pazientemente per visitare i numerosi rotabili storici esposti, messi a disposizione da Trenitalia e FS Italiane. Il Museo Ferroviario Piemontese è stato ospite con alcuni fra i più importanti soggetti abitualmente esposti nella sede di Savigliano: la locomotiva a vapore T3 n°3 del 1907 in pressione e visitatissima dal pubblico. A seguire a Diesel prototipo D461 1001, la locomotiva elettrica trifase E431 027 e l’automotrice ALn 772 1033, tutte presenze abituali nel passato di questo impianto piemontese. Anche per questa occasione sono state organizzate delle corsette, svolte con le locomotive a vapore 940 041 e 640 143 con il supporto operativo dell’Associazione FERALP Team, che dalla stazione di Porta Nuova hanno offerto al pubblico l’originale opportunità di raggiungere il deposito viaggiando sulle carrozze “centoporte”, in alternativa all’accesso stradale di via Chisola. Tutte le corse, svolte a cadenza oraria, hanno viaggiato al completo, accolte e allietate da una marchin’ band che, con quei ritmi swing e boogie che accompagnarono l’avanzata dell’esercito americano e rappresentarono il suono inedito della libertà per gli Italiani, ha costituito una delle anteprime dell’importante rassegna Torino Jazz Festival, in programma a partire dal giorno 26.
Come a Milano, il pubblico ha potuto visitare i reparti operativi, conoscendo parte delle attività manutentive di un impianto ferroviario. Uno spazio particolare è stato dedicato alla storia dell’impianto e ai documenti sulla Secondaguerra mondiale e la Ricostruzione, che si sono avvalsi del prezioso supporto di tuttoTreno/Duegi Editrice. Un altro spazio è stato riservato alle associazioni ferroviarie presenti sul territorio piemontese che hanno presentato varie attività: dallo spettacolare simulatore ferroviario dell’Associazione FERALP Team di Bussoleno, al circuito modellistico in scala 1 realizzato da GATT e MFP, alla collezione di segnali del Gruppo Fermodellistico Biellese fino alla collezione storica di divise dell’AEC. Vai alla fotogalleria
Torino e Milano allo specchio
Due importanti eventi a un mese esatto di distanza, entrambi con un grande successo di pubblico. I depositi ferroviari sono sempre stati luoghi asettici se ci si limita a considerarli soltanto per il tipo di attività compiuta; grazie alla volontà del personale ferroviario (a Torino) e di un gruppo di appassionati intraprendenti, capaci di coinvolgere associazioni, istituzioni e l’azienda ferroviaria (a Milano), sono divenuti invece il palcoscenico di eventi originali e coinvolgenti. Entrambi questi siti racchiudono un enorme patrimonio di storia, architettura, tecnologia, lavoro e vite; valori importanti da cui partire per creare i punti d’incontro con il pubblico. In entrambi i siti ferroviari si sta vivendo un periodo di sostanziale sospensione, dettato dai mutati orientamenti operativi dell’Azienda, in cui traspaiono le incertezze sui possibili scenari futuri. E’ sperabile che, anche alla luce dell’interesse riscontrato da parte del pubblico, prenda sempre più piede in seno all’Azienda la coscienza del grande valore intrinseco dei suoi più importanti e antichi impianti ferroviari, da non considerare soltanto come aree operative o possibili settori di speculazione ma anche come parti fondamentali del patrimonio storico nazionale, da valorizzare e tutelare.
Nonostante l’ottimo successo occorre sempre considerare un margine di miglioramento e avere nuovi spunti per altri obiettivi. Per il successo di questi eventi un ruolo determinate lo gioca l’attività promozionale, da curare con grande attenzione e pianificare con congruo anticipo e una diffusione capillare. In entrambe le iniziative è stato determinante il coinvolgimento di altri Enti e Associazioni sia per la costruzione (FAI a Milano) sia per la creazione di interessanti ed originali connubi culturali (Torino Jazz Festival e Amministrazione Comunale per le celebrazioni del 25 Aprile). Queste sinergie possono loro stesse costituire la fucina di nuove idee per altri eventi e collaborazioni e quindi un fondamentale arricchimento reciproco. Queste iniziative sono oramai pensate sostanzialmente per coinvolgere il pubblico comune ma con il livello qualitativo raggiunto in questi ultimi anni, non sarebbe male cercare di avere un occhio di riguardo anche per gli esperti del settore e i fotoamatori, cercando di curare al meglio la disposizione dei rotabili nei punti più importanti e significativi degli impianti ferroviari. Prendendo spunto dalle esperienze all’estero, si potrebbero organizzare nel periodo di esposizione delle sessioni fotografiche dedicate esclusivamente ai fotoamatori (jam session), di durata limitata e programmate nelle condizioni di luce migliori e separate dagli orari di visita del pubblico. Altro punto di forza deve essere la logistica, cercando di pianificare delle risorse per permettere alle persone di raggiungere i siti espositivi evitando l’uso della vettura privata: bus navetta, itinerari preferenziali con le linee bus/metro. A Torino molto azzeccata è stata l’idea delle corsette ferroviarie dalla stazione di Porta Nuova verso il deposito, che è situato in una zona densamente urbanizzata, raggiungibile agevolmente soltanto con i mezzi pubblici. Idea che potrebbe essere ripresa anche in altre future iniziative.
Cultura ferroviaria
I “Porte Aperte” organizzati da associazioni operative e musei e i grandi eventi di questi ultimi anni hanno focalizzato come il settore ferroviario non sia più una prerogativa specialistica degli amatori ma un fenomeno culturale rivolto in special modo al pubblico comune. Anche chi non si può definire esperto ha il desiderio forse soltanto sporadico di avvicinarsi al mondo dei treni, dettato magari dalla curiosità di conoscerne il palinsesto operativo o di vivere solamente un’esperienza diversa; avvicinarsi piacevolmente ai rotabili, respirarne l’ambiente e l’attività e conoscerne la storia. In questa maniera si è riusciti ad avvicinare il pubblico al treno, in questa veste piacevole e spettacolare, che riesce ad accomunare grandi e piccini, rispetto a quella troppo spesso opaca del quotidiano. Un modo diverso e nuovo di fare cultura sta cominciando a prendere piede anche nel nostro Paese, seppur molto in ritardo rispetto alle altre nazioni. Un segno tangibile che lo sforzo compiuto in tutti questi anni da molti ferrovieri e appassionati per superare scetticismi e divergenze sia all’interno di un settore forse troppo ingessato nelle regole dell’attività e i preconcetti e sia le abitudini di un Paese sempre poco incline ad una cultura impegnata, sta cominciando a portare frutti. Per il successo e lo sviluppo di queste nuove esperienze è fondamentale il ruolo del volontariato. L’impegno coordinato di tante persone appassionate e volenterose di condividere la propria passione e di tanti ferrovieri legati al proprio lavoro, tutti spesso già impegnati nelle numerose realtà operative presenti oggi in Italia, sono il vero valore aggiunto che a rende possibile i risultati odierni. In Francia – per fare un raffronto – tanto hanno contribuito le “Journée du Patrimonie”, iniziative istituzionali sostenute direttamente dal Governo per far conoscere al popolo il valore del patrimonio nazionale, attraverso una serie di eventi che in 30 anni di attività ed un enorme sforzo di volontariato hanno toccato tutti gli ambiti della vita del Paese, molti dei quali legati alle ferrovie.
La cultura passa oggi anche attraverso gli impianti ferroviari, dove la visita ai rotabili e il viaggio sui treni d’epoca possono costituire nuovi ed interessanti modi per conoscere una parte fondamentale del nostro Patrimonio Nazionale, approfondendo la conoscenza tecnica, storica e sociale del nostro Paese. Uno degli scopi prefissati dalla neonata Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane, la cui prerogativa principale è di tutelare, valorizzare e divulgare quel grande patrimonio storico nazionale che sono le nostre ferrovie. Val quindi la pena di cominciare a parlare e investire qualche sforzo in più per la cultura ferroviaria, cercando ora di far leva soprattutto a livello di istituzioni nazionali per mettere in risalto e sostenere altre iniziative che potranno essere realizzate sulla scia di questi importanti risultati. A cura di Michele Cerutti
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