Montecosaro (MC), 22 gennaio 2016 – Due mesi fa è iniziato il disperato tentativo di salvataggio della 740 284 del deposito di Ancona, fuori servizio ormai da oltre 40 anni, che giaceva da una decina d’anni totalmente arrugginita in un binario morto della stazione di Civitanova Marche.
Sarà un privato, il sig. Adriano Bellesi di Montecosaro (MC), assieme all’Associazione amatoriale ciclistica “Ciclo Stile” di Macerata a tentare di mantenere in vita, ovviamente solo monumentata, una delle quarantasei 740 ancora integre del parco FS.
Le FS l’avrebbero sicuramente condotta alla demolizione se non fosse arrivata un paio di anni fa la proposta di acquisto di Bellesi. La trattativa con la Direzione regionale Trenitalia è stata lunga e complicata, non tanto per il prezzo di vendita, che alla fine è stato simbolico, ma per i costi del trasporto (che alla fine si aggireranno attorno ai 15 mila euro). Impossibile il trasporto su ferro, la vecchia vaporiera doveva essere trasferita su gomma. Sono state necessarie diverse autorizzazioni, compresa quella della Sovrintendenza di Urbino, che ha dato il permesso solo perché l’Associazione Cicloturistica Maceratese ha redatto un progetto di recupero del mezzo a scopo culturale, che prevede la sua collocazione lungo un percorso ciclo-turistico che collega Montecosaro, Morrovalle e Piediripa di Macerata, ed inoltre la sua esposizione per le scolaresche a scopo istruttivo.
Il trasporto avviene in due fasi: prima sono stati segati e smontati dal telaio la caldaia e la cabina e, assieme al tender, trasportati su gomma con un carro attrezzi. In una seconda fase verrà trasportato il carrello con uno speciale pianale di cui dispone solo una ditta che sta eseguendo lavori per il gruppo FS proprio in zona; l’anomalo trasporto “a pezzi” è stato necessario perché intera sul pianale non avrebbe potuto passare sotto i sottovia ferroviari e stradali presenti lungo il tragitto. Non era possibile trasportarla integra neanche su ferro (ovviamente non trainata ma su un pianale ferroviario) perché il carico assiale del trasporto avrebbe superato il peso limite per cui sono collaudati la linea e i ponti della vecchia linea Civitanova-Albacina (doveva essere percorso il primo tratto da Civitanova a Morrovalle).
La “740 284” verrà stata sistemata all’interno di una struttura ricettiva ricavata nel vecchio Casello 13, vicino alla stazione di Morrovalle (MC), lungo la stessa linea Civitanova-Albacina dove la macchina ha svolto regolare servizio per decenni. Il casello, dismesso da RFI, è stato acquistato da Bellesi per trasformarlo in una struttura ricettiva (forse un B&B) che si chiamerà “La Locomotiva”. Sarà lo stesso Bellesi, aiutato da qualche volontario, ad eseguire un restauro che sarà non facile e molto impegnativo, viste le pessime condizioni della macchina (varie parti della caldaia si sono totalmente disintegrate per la ruggine e l’attacco del salino), sia perché eseguito non all’interno di una officina ma all’aperto. Ma probabilmente Bellesi non punterà ad un restauro perfettamente fedele e conservativo, da museo. Nonostante ciò si tratta sempre di una iniziativa meritoria per salvare la 740 284 e trasformarla non solo in un motivo di attrazione ma anche istruttivo e culturale.
La 740 284 è stata costruita nel 1920 nelle Officine O.M. di Pietrarsa (Napoli), pesa 66 tonnellate e su percorsi pianeggianti raggiungeva la velocità massima di 65 km/h. Ha svolto servizio fino agli anni settanta, lungo la relazione Civitanova-Fabriano, sostituita per il solo traffico viaggiatori dalle automotrici ALn 668.
Le 740 di Ancona trainavano due treni tra Civitanova e Fabriano: uno merci, in partenza al mattino, un altro viaggiatori che lasciava Civitanova alle 22.30. Ritorno il giorno successivo.
Tenendo conto delle caratteristiche altimetriche della linea (nel tratto fra Corridonia e Macerata la pendenza è del 34 per mille e anche i moderni mezzi a motore termico trovano difficoltà in quel tratto!), il traino massimo consentito era di 130 tonnellate. Per questo motivo il treno viaggiatori era composto da due carrozze, di cui una mista (1ª e 2ª cl.), un bagagliaio più una carrozza postale. Arrivato a Fabriano le carrozze venivano agganciata a un treno “diretto” da Ancona per Roma. Erano le famose “carrozze dirette Roma-Civitanova” in servizio fino ad una quarantina di anni fa, volute dai parlamentari di Macerata e poi eliminate con l’avvento delle automotrici Aln 668.
Sia a Civitanova che a Fabriano c’era una piattaforma girevole. Occasionalmente faceva servizio anche su Bologna.
Compresa questa, sono 46 le 740 ancora integre (ma solo pochissime funzionanti): 002, 009, 017, 019, 038, 045, 054, 074, 095, 103, 108, 113, 115, 117, 121, 130, 135, 143, 144, 151, 160, 161, 171, 192, 244, 254, 267, 278, 282, 284, 286, 287, 293, 296, 299, 300, 303, 311, 329, 351, 409, 423, 436, 451, 452 e 462.
Concludiamo aggiungendo che ad Adriano Bellesi non mancano la volontà e lo spazio vicino al vecchio casello e gli sta ronzando in testa un’altra idea. “Una volta terminato il lavoro con la 740… perché non portare a Morrovalle anche il… Settebello che sta marcendo a Falconara? Quanto mi costerebbe? Le ferrovie pagano per chi smaltisce l’amianto!”. Beh, auguri e in bocca al lupo signor Adriano! A cura di Paolo Bartolomei
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