Come era stato già largamente preannunciato nei primi mesi dell’anno dopo l’apertura della prima tratta della linea C della metropolitana, la sede ferroviaria della tratta Giardinetti – Togliatti della ferrovia Roma – Fiuggi – Frosinone sarà utilizzata per trasformare la via Casilina in strada di scorrimento urbano a quattro corsie di marcia. Questo è il risultato ampiamente probabile e prevedibile conseguente alla sospensione dell’esercizio per motivi tecnici decretato da ATAC a partire dal 3 agosto scorso con la giustificazione di dover realizzare il nodo di scambio tra ferrovia e Linea C in corrispondenza della fermata di Parco di Centocelle (metro) e Togliatti (ferrovia) distanti tra loro un centinaio di metri, ma site ovviamente a quote diverse. La ferrovia è ora attestata a Centocelle dove è sito il deposito e svolge il suo servizio sino a Laziali (stazione Termini) utilizzando un percorso interamente in sede propria e in gran parte ammodernato (protezioni, banchine, ie) da relativamente pochi anni. Per completezza si ricorda che a questo punto di una ferrovia per così dire regionale (prima della seconda guerra mondiale raggiungeva Frosinone e poi dopo fu riaperta sino a Alatri, con anche il servizio urbano di Fiuggi) rimangono in esercizio solo 5,4 km a Roma. La sospensione dell’esercizio tra Giardinetti e Togliatti ha trovato una teorica giustificazione nel fatto che la Linea C nella prima tratta da Pantano a Giardinetti ha utilizzato la sede ferroviaria (dal 7 luglio 2008 sospensione dell’esercizio per i lavori di trasformazione in metropolitana della sede e del tracciato già in precedenza ammodernato -furono ad esempio utilizzate traversine biscartamento- e contemporaneo inizio del Servizio dal nuovo capolinea di Giardinetti) proprio in vista della trasformazione in metropolitana, mentre da Giardinetti a Parco del Celio percorre in sotterranea il medesimo tracciato superficiale della ferrovia e quindi è apparsa evidente l’esigenza di una razionalizzazione. In realtà alle fermate ferroviarie superficiali ora soppresse (Giardinetti, Tobagi, Torre Maura, Torre Spaccata, Alessandrino, Grano e Togliatti), fanno riscontro solo tre fermate metropolitane comuni e cioè Torre Maura, Torre Spaccata e Alessandrino ora integrate anche dalla revisione di alcuni percorsi dei bus. Ad aumentare la diffidenza degli utenti verso la metro si aggiungono i tempi necessari per raggiungere le fermate della metro che sono in profondità e la frequenza dei convogli di quest’ultima che è inferiore a quella degli obsoleti “trenini” ormai degni più di un museo che di un servizio urbano moderno. In questo contesto sospendere l’esercizio appare essere stato più un tentativo per costringere gli utenti ad utilizzare la metro che non svolge un servizio ottimale piuttosto che una vera e propria riduzione della spesa pubblica. Senza considerare che al momento non sembrerebbero essere stati ancora né redatti i progetti per il nodo di scambio né essere disponibili i relativi finanziamenti senza i quali non si può procedere alle procedure di appalto… intanto si è sospeso l’esercizio con buona pace degli utenti. A cura di Aldo Giuntini
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