Albino (Bergamo), 28 novembre 2017 – Si è svolta nel pomeriggio di oggi, presso la sala Consiliare del Municipio di Albino, la presentazione dello “Studio sulle esternalità territoriali generate dall’ipotesi di prolungamento della linea tramviaria T1 da Albino a Vertova”, realizzato per TEB dal gruppo “Trampiù”.
Il documento di analisi dei risultati sui benefici urbanistici, socio – economici e infrastrutturali dell’estensione tramviaria è stato presentato ufficialmente agli Enti e alle Istituzioni coinvolte nel progetto da Marco Lameri, coordinatore del gruppo Trampiù e dai rappresentanti di TEB, il Presidente Filippo Simonetti e l’Amministratore Delegato Gianni Scarfone.
L’Assessore ai Lavori Pubblici e Commercio del Comune di Albino, Cristiano Coltura, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale.
Lo studio è stato sostenuto economicamente grazie al contributo della Comunità Montana della Valle Seriana (35 mila euro), della Provincia di Bergamo (5 mila euro), del Comune di Vertova (5 mila euro) e la partecipazione di PromoSerio e Rotary Club Città di Clusone.
Il gruppo Trampiù ha effettuato analisi fondate principalmente sui dati della Linea T1 da Bergamo ad Albino, con l’obiettivo di studiare i processi chiave che determinano la rigenerazione di un territorio, come già avvenuto per il tratto esistente.
Lo studio è stato realizzato secondo un modello che combina quattro ambiti di valutazione: l’analisi dei vantaggi economici finanziari, la prospettiva dei benefici generati dagli stakeholder del territorio (amministratori, operatori economici, associazioni, imprenditori e investitori, cittadini e turisti, studenti e pendolari), la soddisfazione dei cittadini, futuri utilizzatori del servizio e, infine, il consolidamento e la crescita della rete territoriale.
In particolare dallo studio emerge che il prolungamento della linea T1 fino a Vertova contribuisce allo sviluppo del territorio grazie alla facilità di accesso agli altri servizi di trasporto (l’intermodalità con il trasporto pubblico urbano, extraurbano, ferroviario e aeroportuale di collegamento a Bergamo); alla riduzione dei tempi di spostamento della mobilità su rotaia (stimata tra il 30% e il 50%), puntualità e affidabilità sono valori qualitativi intrinsechi al servizio su ferro; al riconoscimento della Valle come una “Città Lineare” da Bergamo fino a Vertova, un sistema urbano unitario, connesso e integrato.
Tutti fattori che contribuiscono al miglioramento della qualità del territorio attraversato dal tram, determinando un impatto di rigenerazione urbana che può modificare in maniera permanente la qualità del territorio, dell’ambiente urbano e la vita delle persone che ci vivono.
Favorito anche lo sviluppo del mercato immobiliare (si stima un aumento del valore degli immobili fra il 10% ed il 25%); dell’attrattività turistica (l’incremento delle strutture ricettive, già largamente diffuse lungo la linea esistente, può aumentare tra il 20% e il 40%); e il mantenimento delle attività produttive esistenti, agevolando inoltre l’insediamento di quelle terziarie (+ 40% di esercizi commerciali a distanza pedonale dalle fermate), di servizio e dell’industria 4.0, soprattutto nelle aree dismesse presenti lungo il tracciato.
L’estensione del tram è anche una straordinaria occasione per potenziare l’accesso ai servizi già largamente diffusi sul territorio (piste ciclopedonali, impianti sportivi, biblioteche, strutture sanitarie, parcheggi d’interscambio, scuole, edifici religiosi), spesso già comuni tra gli Enti ma in futuro ancora più condivisibili e accessibili grazie all’infrastruttura tramviaria.
L’aumento delle convenzioni tra le Amministrazioni, la pianificazione condivisa – la Valle come unica forma urbana – e lo sviluppo di nuove modalità comuni di governance del territorio, sono al centro del processo di rigenerazione e valorizzazione del territorio.
Il progetto di estensione della tratta, oltre che motore di sviluppo locale, può anche contribuire alla realizzazione di moderne iniziative di mobilità, di valorizzazione del patrimonio culturale e d’innovazione, finanziate dai fondi comunitari: una “Smart Land” dove TEB e le Amministrazioni possono diventare soggetti aggregatori e promotori di uno sviluppo eco-sostenibile del territorio.
L’indagine evidenzia inoltre come la riconfigurazione degli spazi pubblici (parchi, giardini, piste ciclabili) attorno alle fermate (micro-hub intermodali), consenta di ridefinire la tramvia come una risorsa, un polo multifunzionale vissuto, qualificando questi spazi come luoghi sicuri e appetibili.
Infine, tra le ipotesi di valorizzazione economica, lo studio valuta l’ipotesi che la linea tramviaria diventi anche un’opportunità per promuovere nuovi modi di produrre e fornire energia: le stazioni del tram possono potenzialmente trasformarsi in micro impianti energetici, grazie alla diffusa presenza di biomasse. L’energia così prodotta, oltre ad essere utilizzata per la rete elettrica dell’infrastruttura, sarebbe distribuita al territorio, integrata con gli impianti fotovoltaici pubblici e privati lungo la linea e utilizzata per punti di ricarica di stazioni di bike sharing e car sharing alle fermate del tram. Comunicato Stampa TEB
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